Master of Tales è il primo gioco di società dedicato alla scrittura creativa - Master of Tales is the first game dedicated to creative writing

21.9.17

La soffitta

racconto di Antonella Caddeu


4° tappa del MoT Challenge 2017

Era tutta la mattina che Adele pensava al momento in cui sarebbe salita nella vecchia soffitta della nonna.
Fantasticava su che cosa ci avrebbe trovato, ma in fondo sperava di scovare il libro magico di cui tanto aveva sentito parlare dalla nonna, quando ancora era piccina. Finì presto di fare i compiti, quel pomeriggio, disse al nonno che avrebbe giocato in sala, in attesa del rientro della nonna.
Furtivamente si infilò nella rampa di scale, si avvicinò alla porta sperando che fosse aperta.
Finalmente era dentro. L’odore stantio di vecchiume le prese la gola, tossicchiò, ma non si fece problemi ad andare avanti. Per un attimo le vennero in mente tutte le raccomandazioni della nonna e i suoi ammonimenti, ma il desiderio di perlustrare quello spazio era irrefrenabile. Un piccolo lucernario illuminava la soffitta giusto il tanto perché Adele individuasse una candela con accanto dei lunghi fiammiferi colorati. Ne prese uno e accese la candela, lo aveva visto fare dalla nonna mentre stava ai fornelli. Si guardò attorno, c’era di tutto: attrezzi, biancheria, scatole. Avrebbe voluto mettere le mani dappertutto ma non c’era tempo. In fondo alla stanza vide un baule nero. Ecco, dev’essere là dentro, si disse, sicura di trovarlo. Adagiò il candeliere, aprì velocemente il portello e cominciò a rovistare spostando qua e là i vari oggetti che le capitavano per le mani. Era sfinita dalla fatica quando dal fondo emerse il “libro magico”. Lo strinse a sé per un attimo, richiuse il portello del baule e ci adagiò il libro. Tirò un sospiro di sollievo e, con tutta calma, iniziò a sfogliarlo. C’erano delle immagini bellissime, paesaggi colorati, personaggi allegri e festosi, fiori, palloncini. Adele rimase estasiata, si ricordò che se avesse pronunciato per tre volte la parola “magia” le immagini illustrate avrebbero preso forma. Lo fece e, quasi spaventandola, una nuvola di luce si allargò davanti ai suoi occhi, i personaggi presero vita con movimenti festosi e giocosi, la riverivano con grandi sorrisi e sinuosi movimenti. 
“Ciao Piccola”, le sussurrò una vocina. 
Fece un sobbalzo, com’era possibile che una figura del libro avesse parlato? 
“Non spaventarti”, la tranquillizzò la vocina. “Sei una bambina fortunata, devi sempre credere nella magia, la magia è passione, amore verso le cose che vogliamo realizzare. Tu mi puoi sentire e ci puoi vedere per questo. Ora dobbiamo tornare nel nostro libro altrimenti rischiamo di svanire nel nulla, ma ricordati: credi sempre nella magia delle cose!” 
I suoi amici svanirono sulle pagine del libro e lei rimase sbalordita. Furono le urla della nonna a riportarla alla realtà a prendere paura per le conseguenze della sua impresa.
“Cosa fai in soffitta, chi ti ha dato il permesso di entrarci?” Urlava ancora a squarciagola la nonna. 
A grande velocità Adele ripose il libro, chiuse il baule, spense la candela e, uscita dalla soffitta uno scapaccione le arrivò dritto in faccia. Non pianse, consapevole di essere meritevole della punizione. La nonna, non contenta, l’acciuffò per la maglietta e la portò giù dalle scale di malo modo e imprecando ininterrottamente. A quel punto, Adele, scoppiò in lacrime implorando la nonna di perdonarla per l’accaduto. La nonna per un attimo si quietò, guardò Adele in un bagno di lacrime e un barlume di tenerezza le permise di rendersi conto che aveva esagerato con la nipotina. Le allungò le braccia in segno di pace e Adele vi si tuffò sfinita. Tesoro caro, la nonna ti ama tanto e ti perdona.

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