Master of Tales è il primo gioco di società dedicato alla scrittura creativa - Master of Tales is the first game dedicated to creative writing

26.8.17

L'affare di una notte

racconto di Federica Roda

3° tappa del MoT challenge 2017


La borsa pesava più di quanto avesse immaginato, perciò dovette trascinarla fino all’auto. Quando Robin si mise al volante, aspettando con trepidazione il momento in cui sarebbero tornate a casa per verificarne il contenuto, Megan non era ancora uscita dalla casa. Robin non era preoccupata; sapeva cosa l’amica fosse in grado di fare. Si erano conosciute proprio in quel modo, quasi per gioco, prima di mettersi in affari.
Megan aveva infatti alcune… capacità. Molti l’avrebbero definita “strega”, ma lei preferiva di gran lunga “artista”.
Non appena salì anche lei sull'auto, nel posto del passeggero, Robin ingranò la marcia e silenziosamente prese la strada di casa. Abbandonarono il quartiere dei ricchi, di coloro che potevano permettersi automobili di lusso e una mega piscina in giardino, per avventurarsi nel loro, dove le auto avevano i finestrini sfondati e la vernice scrostata dal sole. Le due ragazze entrarono in casa, aiutandosi a trascinare la pesante borsa. Meglio non esporre i poteri di Megan, non a quell'ora, quando occhi indiscreti ti osservano dall'ombra. 
Rovesciarono sul tavolo il contenuto, scoprendo di essersi portate dietro un mucchio di cianfrusaglie inutili.
Robin se la prese con l’amica: “Avevi detto che avremmo trovato dei soldi!”
Megan osservò frustrata gli oggetti sul tavolo, chiedendosi cosa fosse andato storto. “Torno subito”.
Prese dalla propria stanza un libro; ma non uno qualunque: era il Grimorio ereditato dalla nonna. Tornò da Robin e si mise a leggere. Lo stesso incantesimo che aveva utilizzato la volta precedente, le rivelò che la borsa colma di soldi era ancora dentro la casa. Avevano sbagliato loro.
“Torniamo lì!” esclamò Robin. “Prendiamo quella giusta”.
Megan alzò gli occhi al cielo. “Dovresti pensare prima di parlare”.
Ma l’amica era stufa di vivere in quel modo, stufa di doversi spaccare la schiena e avere una casa mediocre, un lavoro mediocre… una vita mediocre.
Aprì un cassetto e ne estrasse un coltello, uscì di casa, salì in macchina e partì facendo stridere le gomme consumate, sparendo alla vista dell’altra.
Tornata alla casa che avevano lasciato da poco, non ci pensò un attimo ed entrò. Ma stavolta non c’era nessuno capace di avvertirla dell’arrivo del proprietario. Robin era nel garage quando lui si presentò; aveva già cercato nelle camere e in soggiorno ma la trovò proprio lì con le mani nel sacco. Robin, impaurita, puntò il coltello verso di lui, ma l’uomo riuscì a disarmarla con un gesto fulmineo. 
Lottarono rabbiosamente, rovesciando gli scaffali, calpestando tutto ciò che precipitava in terra, attrezzi da lavoro, detersivi, vecchi barattoli pieni di viti…
Poi sopraggiunse Megan in soccorso dell’amica. 
L’uomo si voltò, la vide avvicinarsi e lasciò il collo di Robin. Vicino ai suoi piedi brillava l’acciaio del coltello della ragazza, s’inchinò, l’afferrò, pronto a scagliarsi verso Megan. Robin capì le sue intenzioni appena in tempo e si mise fra loro, ricevendo il colpo destinato all'altra. Si accasciò a terra sostenuta dall'amica mentre l’uomo correva in casa per chiamare la polizia.
Dopo tutto quel fracasso il silenzio sembrava insopportabile. Megan posò una mano sulla fronte dell’amica, e l’altra sulla macchia rossa al centro del petto. La lacerazione si ricompose e Robin riaprì gli occhi e sorrise.
“Non mi abituerò mai a vederti fare certe cose”.
“E io non mi abituerò mai alla tua cocciutaggine. Andiamo via, dai”.

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