racconto di Valeria Murtas
3° tappa del MoT challenge 2017
Non sono più sicuro di voler tenere questo incarico. Non vorrei sembrarle scortese, avendomi invitato a casa sua per questo incontro preliminare...
No, grazie, io solo un bicchiere d’acqua fresca. Niente bevande calde o alcooliche quando lavoro… Però, il suo annuncio non parlava di trasferirsi qui, a casa sua. E per quanto tempo dovrei vivere con lei per descrivere la sua quotidianità? In ogni caso, per la retribuzione riportata, non credo proprio che rimarrò, mi spiace.
Come, non posso più andare via? Questa situazione mi sta mettendo un po’ di ansia, infatti mi gira leggermente la testa. Aspetto giusto che mi passi e vado.
Comunque, mi scusi se mi permetto, ma non capisco bene le sue intenzioni: lei mostra un’indifferenza disarmante, non racconta, si occupa solo di quell’inquietante pappagallo dentro la gabbietta per uccelli che ripete ossessivamente “secco, secco”. Lei invece, non parla. Oltre che cieco, sembra quasi muto.
Dice che lui è l’unica creatura che le dimostra amore? Non ha parenti? Amici? Non più, eh? Mah…
Ah, a proposito, scusi se glielo dico, ma anche la sua rosa è secca, è inutile che continui a innaffiarla. L’ha essiccata? Per conservarla? Ma non credo possa farlo con l’acqua che ha dato a me. Come, non è acqua? Ma perché quel pappagallo fastidioso continua a ripetere secco… secco… se…
Nessun commento:
Posta un commento