Master of Tales è il primo gioco di società dedicato alla scrittura creativa - Master of Tales is the first game dedicated to creative writing

31.12.17

Passatempi

racconto di Cristiana Mameli

Christmas MoT 2017

Rubare per me non è mai stata una necessità. Direi piuttosto che si trattava di un hobby. Mi piaceva aggirarmi cauto tra le abitazioni silenziose, affacciarmi sulle vite degli altri, entrare nelle case mentre tutti dormivano. E prendere qualcosa, solo un ricordo dell’ennesima avventura notturna. Ho sempre avuto un’etica, io!
È vero, non sono uno stinco di santo, un’anima candida, come direbbe qualcuno. Non potevo sopportare che voi avete tutto e io invece… Vi invidiavo.
Voi, con le vostre vite splendide, i lavori ben pagati, le villette a schiera dai prati sempre in ordine, le famigliole felici. E io che, dopo una giornata passata davanti alla catena di montaggio, rientro nel mio misero monolocale in affitto. Non ho neppure un gatto a farmi compagnia! Provate per un attimo a stare al mio posto. Difficile non sentire invidia, eh? Magari persino rancore. 
Non ne potevo più di avere qualcosa di traverso nello stomaco, la luna talmente storta da non riuscire a dormire. E ho iniziato con le incursioni nei quartieri residenziali. Per gioco. E per trovare un qualche tipo di risarcimento. In fondo non ho mai preteso molto. Mi divertivo a portare a casa dei souvenir. Piccoli oggetti. Perché una minima parte di quello che era vostro fosse mia.
Poi anche questa attività è diventata semplice routine. Nient’altro che un modo, non convenzionale, lo ammetto, per combattere l’insonnia. Non avvertivo nessun brivido lungo la schiena. Non c’era più la soddisfazione per una nuova conquista. La noia che caratterizzava le mie giornate fatte di gesti sempre uguali stava invadendo anche le ore notturne. Eppure, non riuscivo a smettere… E i miei sforzi sono stati ricompensati. 
Ero nei pressi di una bifamiliare in Via dei Poeti quando la vidi passare, a notte fonda. Era bellissima. E la seguii. Entrò in una casetta all'angolo della strada. Aspettai che si illuminasse una finestra al secondo piano prima di raggiungerla, salendo per la grondaia. Dal balcone della sua camera da letto la guardai mentre ammirava la sua immagine riflessa su un grande specchio dalla cornice intarsiata. Il trucco pesante e il tubino nero impreziosito da paillettes argentate mi fecero pensare subito a un’attrice da avanspettacolo.
Lei lasciò cadere il vestito sul pavimento e iniziò a struccarsi. A tamponarsi il viso con delicatezza, per liberarsi del fondotinta, dell’ombretto e dei segni della matita che le contornavano gli occhi. Di pennelli, matite, ciprie, creme e ombretti dalle tonalità scure era ricoperta la consolle che stava proprio sotto lo specchio. Per un attimo ebbi la tentazione di portarmi a casa una di quelle matite. Ne scelsi una dalla punta un po’consumata, forse quella che usava più spesso. Avrei atteso il momento giusto per entrare e avere qualcosa di suo. Ma, per la prima volta in tanti mesi, desistetti. Non mi sentii in diritto. Restai sul balcone, immobile. E la guardai addormentarsi, respirare lentamente, fino alle prime luci del nuovo giorno. 
Da allora ogni notte la aspetto all'angolo di Via dei Poeti. Mi chiedo che vestito indosserà, se per caso riuscirà a notarmi. La trepidazione di quell'attesa ai margini della notte mi procura un brivido che le ore diurne non potranno mai darmi. E quando lei gira l’angolo e appare come da un sipario che si apre all'improvviso, sempre più bella, impeccabile, so che ne è valsa la pena. È il momento che preferisco. Mi ripaga di giornate fatte di pezzi metallici da assemblare e pasti solitari in una stanzetta fredda e grigia. Sì, non ho un lavoro che mi gratifica, e forse non avrò mai una casetta con giardino, una moglie che aspetta paziente il mio rientro dal lavoro, bambini vivaci che giocano sul prato e dei vicini simpatici. Eppure, non vi invidio più. Perché so che non molto prima dell’alba, mentre voi dormite ignari di tutto, c’è uno spettacolo meraviglioso che va in scena solo per me. La osservo dal balcone. Non voglio perdermi neanche un istante. La guardo struccarsi con calma, stendersi sul letto, abbandonarsi al sonno. Non mi stancherò mai di ammirarla come un’opera d’arte, inarrivabile e perfetta. Ho un nuovo passatempo, ora.

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